Il Caffè Decaffeinato

Il Caffè Decaffeinato

Ormai è un dato di fatto: per noi italiani il caffè è un rito, un momento di pausa da gustare in tranquillità in ogni momento della giornata. Potremo quindi definire il caffè una delle bevande preferite, quella che più di tutte spopola nei bar, negli uffici ed in ognuna delle nostre case.

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Purtroppo però esiste un ostacolo che può costringerci a ridurne il consumo o addirittura vietarcelo, si tratta della caffeina. Questo alcaloide, presente nei chicchi di caffè in una percentuale che va dal 1.5 al 2%, preso singolarmente, quando assunto, funge da stimolante per il sistema nervoso. Talvolta questa azione produce effetti positivi, infatti attenua la sensazione di stanchezza e migliora il nostro livello di attenzione, ma, esclusi i casi estremi in cui l'eccessiva assunzione di caffeina può portare addirittura alla morte (la dose letale è di 10g), esistono casi particolari in cui l'assunzione di caffeina è fortemente sconsigliata come, per esempio, per le persone cardiopatiche o per chi soffre di insonnia.

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Per ovviare a questo problema molto comune e per permettere a chiunque di poter godere della propria pausa caffè, è stato quindi trovato il modo di estrarre la caffeina dal caffè e, allo stesso tempo, di mantenere le sue proprietà organolettiche ad un livello più che soddisfacente. Attraverso una delicata lavorazione, che mira a privare i chicchi di caffè della loro caffeina, si ottiene quindi il caffè decaffeinato, una vera manna dal cielo per chi, pur amando il caffè, in mancanza di alternative valide, si troverebbe a dover rinunciare a questa bevanda.
In più, oltre a non influire, se non in modo in significativo, sul nostro sistema nervoso, il caffè decaffeinato, a dispetto delle numerose leggende ancora esistenti sul suo conto, risulterebbe anche più leggero e digeribile per il nostro organismo poiché viene privato di gran parte delle sue cere.
Il caffè decaffeinato, che nasce nel 1905 grazie a Ludwing Roselius, nasce attraverso un processo di lavorazione che può essere effettuato in tre modi differenti, tutti e tre rigidamente controllati e regolamentati dalla legge italiana.
Secondo la norma vigente in merito, infatti, un caffè decaffeinato, per essere definito tale, non deve contenere più dello 0.15% di caffeina e, in più, la legge fissa rigidamente anche la quantità dei due solventi che possono essere impiegati nel processo di estrazione della caffeina (il diclorometano e l'acetato d'etilene.)

Per privare i chicchi di caffè della loro componente eccitante, la quale rischia di risultare dannosa per cardiopatici, per i sofferenti d'insonnia e per coloro che bevono numerose tazzine di caffè durante il giorno, sono infatti utilizzati diversi tipi di solventi, come ad esempio il diclorometano.

Questi solventi vengono poi eliminati nel passaggio successivo della lavorazione (spesso ricorrendo al vapore) al fine di offrire chicchi di caffè privi di caffeina da consumare in totale tranquillità e liberi dai timori di effetti nocivi sulla salute, seppure non manchino leggende che mettono in dubbio la qualità e la sicurezza del caffè decaffeinato.

Di seguito approfondiremo le diverse modalità utilizzate per proceder all'estrazione della caffeina e vedremo alcune delle leggende che aleggiano al caffè privo di caffeina che in realtà è una prelibata bevanda, come possono confermare i milioni di persone che abitualmente la scelgono.